Manoscritti miniati
Dei 4700 manoscritti censiti nella Biblioteca Statale di Cremona (di cui 232 databili tra il XII e il XIV secolo), 40 sono quelli miniati, di cui 24 appartenenti al fondo statale e 16 al deposito della Libreria civica. Tra i manoscritti miniati del fondo statale (o governativo, secondo l'antica dicitura) particolarmente preziosi per decorazione appaiono quelli provenienti dal convento soppresso di Sant'Agostino in Cremona, sede di uno scriptorium e di una ricchissima Biblioteca: a questo gruppo appartengono, ad esempio, il ms. 197 (Glossa in sextum librum decretalium) dal ricco apparato iconografico di area pavese e scritto da Laura de Bossi, il ms.198 e un Corale del 1489 dall'opulento frontespizio, opera della scuola di Bartolomeo Coldiradi; sempre al fondo statale (ma non di provenienza agostiniana) appartiene la Généalogie de la Bible, una cronaca universale in rotulo lungo quasi sei metri. Al deposito della Libreria Civica sono da ascrivere i codici provenienti soprattutto dalle biblioteche nobiliari delle famiglie Ala Ponzone e Araldi Erizzo, che legarono i loro patrimoni artistici e librari al Museo civico di Cremona intorno alla metà dell'Ottocento. Quando il fondo Libreria Civica venne depositato per convenzione presso la Biblioteca Statale nel 1885, i codici particolarmente pregiati furono trattenuti dal Museo in esposizione. Vennero consegnati definitivamente alla Biblioteca Statale e riuniti al deposito Libreria Civica il 31 marzo 1948. Tra essi anche alcuni datati, come ms.civ.3 (1264 -1285), uno dei più interessanti testimoni della Legenda aurea di Jacopo da Varagine; il ms. civi.1, (1284, Giuseppe Flavio Antiquitates judaicae), di area meridionale, il ms. AA.2.38 (W. Burley, De vita et moribus philosopuorum, 8 ottobre 1468) o i quattrocenteschi Statuta paratici et artis ferrariorum civitatis et districto Cremonae (ms. civ BB.1.7/17) che, nel 1529 furono adornati da una coperta sui cui piatti campeggiano le immagini dei santi protettori della città di Cremona.